Personal trainer online: intervista a AMBRA PAZZAGLINI

Scopriamo insieme ad Ambra Pazzaglini perchè propendere per le coaching online dal punto di vista di una professionista dell’allenamento e come questa passione possa diventare un lavoro, a fronte di impegno e dedizione!

Introduzione

In questo articolo ho scelto di intervistare Ambra Pazzaglini, una fitness coach alla quale mi sono affidata qualche mese fa, per essere seguita con un piano di allenamento personalizzato e professionale. Lei è stata molto gentile e disponibile e ha risposto ai miei quesiti con l’entusiasmo e l’energia che la contraddistinguono, facendo luce su alcune mie curiosità in merito alla sua carriera e all’ambito formativo e lavorativo.

Da quanto fai questo lavoro e cosa ti ha spinto a iniziare?

Faccio questo lavoro da circa 5 anni. Mi ha spinto ad iniziare il fatto che quando ho conosciuto questo tipo di allenamento (sollevamento pesi/body building) è riuscito a darmi qualche cosa che prima non avevo mai trovato, nonostante io abbia sempre fatto tanto sport, non subito da bambina, ma anche da un po’ più grande…Negli anni ne ho praticati diversi, alla continua ricerca di ciò che mi facesse stare meglio con me stessa; sono passata dalle solite cose che facciamo un po’ tutti, come la palestra, ma ho anche praticato podismo agonistico, power-lifting, cross-fit e tante altre discipline, soprattutto di performance. Però, non volevo solo pensare alla prestazione, cercavo anche il giusto compromesso tra ciò che vedevo allo specchio e il mio personale equilibrio interno…Insomma, fino a quel momento nessun tentativo si era rivelato risolutivo, ma quando ho incominciato con la sala pesi, ho iniziato a capire un po’ meglio il senso e lo scopo di un diverso tipo di allenamento, che non ti richiede di sfidarti con altri, ma con te stessa, ed apprezzare quest’ approccio differente alla competizione e all’attività fisica. E’ stato proprio un nuovo inizio per me, per gettare anche le basi a livello di conoscenze e consapevolezza sull’ alimentazione. Infatti, nello stesso periodo, ho incominciato ad approcciarmi anche alla dieta flessibile, che nel mio caso ha rappresentato, dopo più di un decennio di disturbi del comportamento alimentare, una svolta! Quindi, ho continuato ad approfondire la mia conoscenza e la disciplina mi piaceva: inizialmente l’ho affiancata ad altri tipi di attività, perché sinceramente non ero pienamente convinta che mi avrebbe dato tutto quello che volevo…In seguito, ho scoperto che esisteva un’accademia che formava in questo senso e ho deciso poco tempo dopo di rivoluzionare la mia vita, nonostante avessi già un lavoro (io ho attualmente due negozi di abbigliamento di famiglia: da quando avevo 14 anni quello è il mio ambito e sarebbe stato il mio futuro, cosa di cui probabilmente solo ora mi rendo conto che non ero pienamente soddisfatta e convinta, perché anche se il lavoro mi piaceva, non mi dava quel qualcosa in più che avrei voluto). Infatti, lo sport è sempre stata un po’ una mia passione ed effettivamente faceva risuonare qualcosa in me, per cui ho pensato di provare a farlo diventare il mio lavoro. Quindi, mi son messa a studiare e ho fatto questo percorso di formazione durato un anno (adesso ce ne sono tanti, però prima non ne esistevano molti), che è stato piuttosto impegnativo, al termine del quale finalmente mi sono certificata. Quindi, per la mia esperienza, il fattore scatenante, quello che mi ha spinto a cambiare direzione lavorativa, mollare coraggiosamente la strada certa per quella incerta, è stato il desiderio di trovare un senso più grande alla mia esistenza: piuttosto che rende felici le persone per un istante vendendogli un vestito, col tempo ho capito che mi avrebbe dato molta più gratificazione provare a soddisfarle con qualche cosa di vero, in cui io credo fermamente e che faccia del bene nel profondo (e che in cuor mio sapevo di poter far raggiungere loro).

Come hai esordito?

Per farmi le ossa, ho iniziato proponendomi in giro, con un po’ di faccia tosta chiaramente, e ho incominciato subito a fare esperienza con delle prime clienti, praticamente tutte mie amiche, allenandole da subito gratuitamente, in seguito chiedendo compensi, seppur ridicoli, ma adeguati a quello che era il mio livello dell’epoca! Ma poco importa, perché pian piano dei risultati con pazienza sono stati raggiunti! Lo dico serenamente che agli inizi non avevo pienamente consapevolezza di quello che stavo facendo, come invece ho ora, però insomma l’esperienza si acquisisce nel tempo e sul campo e, se non si inizia, non si potrà mai ottenere solo dai libri! Ci tengo a precisare che le mie amiche erano consapevoli di tutto, perché ancora non ero ancora certificata, stavo studiando e poi avevano accesso a questi servizi a dei prezzi veramente ridotti! Le ringrazio però, perché oltre a permettermi di fare pratica, mi sono servite anche per postare i miei primi video sui social, per far vedere che stavo allenando qualcuno, per far capire alle persone che mi conoscono che avevo intrapreso quella strada, quindi generare anche un po’ di curiosità …e poi pian piano il lavoro ha incominciato finalmente ad aumentare! Da personal trainer però mi sono spostata in meno di un anno a un altro tipo di lavoro, che è quello di coach, perché effettivamente capivo che rendeva di più per la cliente, ma anche per me! Io sentivo veramente di spendermi tanto in queste lezioni private, sono sempre molto energica, provo sempre a dare il 100%, però dopo un po’ mi sono resa conto che questo metodo di lavoro mi chiedeva tanto per quella che era poi la sua effettiva resa. Secondo me, infatti, le persone non hanno davvero bisogno di qualcuno che gli stia dietro, come si farebbe con un bambino, quando si allenano! Mi ritrovavo a lavorare con clienti che sostanzialmente volevano il personal per trovare solo la motivazione, per avere l’obbligo dell’appuntamento, prendere e alzarsi dal divano e andare in palestra, solo perchè avevano pagato: insomma, avevo capito che non era quello il reale motivo per cui volevo fare questo lavoro. Quindi, ho cominciato con questa modalità di coach, affiancandomi inizialmente con l’azienda presso cui mi ero formata. Loro avevano un protocollo di allenamento già strutturato e collaudato, quindi sicuramente questo mi ha aiutato a non fare errori grossolani con le clienti nuove! Avevo un tracciato da seguire, che poi nel tempo ho modificato, rielaborato, rivisto, è stato però la mia base iniziale da cui partire. Ho cercato di capire con l’esperienza di questi anni come rispondono le persone, come mi devo comportare io per aiutarle e dargli il modo di raggiungere il risultato, con il minor sforzo da parte loro! E’ chiaro che si devono impegnare e fare la loro parte, però per me è essenziale garantire la mia presenza appunto non tanto (o non solo) andando con le clienti fisicamente in palestra, ma fornendo loro tutti gli strumenti per imparare a gestirsi anche da sole. L’apprendimento è un aspetto che a me personalmente interessa tantissimo, quindi adesso approfondisco questo fattore nei miei attuali percorsi, perchè lo reputo fondamentale come bagaglio da portarsi dietro sempre, anche al termine del programma in se’. Perciò, quando una cliente termina un percorso con me e mi dice che le ho lasciato e insegnato qualcosa, che ora sa come allenarsi con cognizione di causa, questa per me è una soddisfazione grandissima, perché è la ‘missione’ per cui io ho iniziato, cioè permettere di prendere consapevolezza di ciò che si sta facendo e perché, senza procedere a tentativi, risparmiando tempo, fatica e nervi!

Preferisci la modalità online o in presenza?

Io amo allenare le persone in presenza, perché so che posso dare quel qualcosa in più, ma mi rendo conto che questa disponibilità è limitata, perché sono una sola e le mie energie fisiche e mentali non sono infinite! Detto questo, ho comunque sviluppato nel tempo il modo e la capacità di comunicare in maniera efficiente alle persone, anche se non sono fisicamente con me e le seguo online, quindi riesco a dare ugualmente delle indicazioni valide. Se devo scegliere quale mi piace di più, la coaching in presenza è la modalità che preferisco, ma se ti devo dire quale faccio più volentieri, quella online, perché le mie giornate sono molto lunghe e la richiesta di energia per una coaching dal vivo è il quadruplo rispetto a quella da remoto. Per cui nel momento in cui io sono riuscita a strutturare un metodo di lavoro che mi assicura che anche le persone che seguo a distanza possono ricevere tutta l’assistenza e le informazioni che posso dare dal vivo (e ora è così perché l’ho fatto non solo attraverso i miei video tutorial di esercizi e spiegazione dei programmi, ma anche per mezzo dell’inserimento di tutor appositamente designati per le mie clienti), io capisco che posso delegare qualcosa e essere più performante in altri ambiti. Per esempio, ho creato un gruppo Facebook delle atlete del Team “Iron Ladies”, in cui cerco costantemente di forgiare e formare delle vere e proprie superwomen, non solo nel fisico, ma anche nel mindset. Quindi, preferisco allenare dal vivo, ma purtroppo non può essere la modalità principale con cui io lavoro.

Il lavoro è come te lo immaginavi?

Sinceramente no, cioè è meglio! Diciamo che questo ha preso dei risvolti che non avrei pensato anni fa! E sono sicura che ne prenderà ancora tanti altri, perchè ho molti progetti in mente..poi tra quello che si sogna e quello che accade nella realtà, c’è sempre un bel divario, però diciamo che non sono ancora arrivata dove mi ero prefissata, quindi per ora mi posso solo immaginare come sarà, senza avere nessuna certezza!

Cosa ti piace di più della tua attività?

Mi piace dare un senso al mio tempo e comunicare con gli altri, provando a capirli, per cui la mia più grande gratificazione è comprendere le necessità altrui per poi portare concretamente dei risultati! Quindi, rispetto al mio vecchio lavoro, con cui faccio sempre il paragone, in cui era fantastico rendere per un attimo felici le persone, vendendogli un abito, ora ho la consapevolezza di portare più in profondità questa felicità e espanderla più a lungo termine… Nel momento in cui le clienti mi ringraziano e sono soddisfatte, per me quell’attimo ripaga assolutamente tutto! Infatti, anche se alle volte capita che si debba magari fare del lavoro extra per qualcuno non c’è problema! Lo faccio volentieri: se è utile per stare meglio, non mi tiro indietro, perché questa appunto è la mia gratificazione maggiore e se mancasse non troverei grande motivazione nel fare quello che faccio. A me piace molto lavorare con le atlete intermedio-avanzate, perché con loro mi diverto, posso permettermi di utilizzare tecniche o modalità più particolari e la loro capacità di riportarmi feedback, quindi di farmi capire effettivamente come stanno progredendo, mi è utilissima per evolvere insieme a loro. Però, anche il rapporto con le neofite è interessante, perché è su di loro che si raggiunge veramente il cambiamento più grande, c’è sempre ampio margine di miglioramento ed è quello che mi rende davvero fiera! Se viene da me una ragazza che mi dice di volere un certo risultato fisico, ok va bene, se è nelle sue reali possibilità, conosco la strada per raggiungerlo e gliela mostro. Però la gratificazione immensa la ottengo non solo dalla trasformazione fisica in se’, ma anche da ciò che è connesso ad essa, come la nuova serenità conquistata dalla cliente che le permette ad esempio di poter andare al mare col costume tanto desiderato, felicissima e fiera come non mai. Questo è il valore aggiunto, sono focus differenti, ma a me interessa veramente che la persona sia felice e orgogliosa di se’. Certo il risultato estetico è indiscutibilmente desiderabile e ci rende tutti contenti, però per stare bene con se stessi non è sempre sufficiente!

Se dovessi descrivere questa professione in una sola parola?

Anche se è molto difficile per me l’ho scelta accuratamente, perché ci sarebbero altre mille cose da dire al riguardo, ma è “vocazione”! Il mio lavoro è quel qualcosa che ti senti di dover fare, come una missione personale.
Detto ciò, per concludere vorrei condividere un pensiero in cui io credo molto e che mi ispira sempre a evolvere. Se ti guardi indietro e non ti vergogni nemmeno un po’ di quello che hai fatto in passato, vuol dire che non sei andato avanti, non sei migliorato e sei rimasto sempre bloccato nel tempo! Io invece lo posso dire: se mi riguardo indietro con gli occhi di adesso, sicuramente avrei tanto da correggere! Quindi, a volte bisogna veramente soffermarsi per poter notare e apprezzare i propri progressi. Perciò, spero in futuro di potermi nuovamente stupire di ciò che faccio oggi, perchè significherà che sono migliorata e ho fatto strada!

Conclusioni

Ringrazio veramente Ambra per essersi aperta, permettendoci di conoscerla meglio e dandoci anche una grande lezione di tenacia e di perseveranza! Seguire i propri sogni e le proprie passioni è possibile: per lei non sarà stato certamente sempre facile, ma tutti ci dovremmo concedere un coraggioso tentativo, almeno una volta, per allineare la nostra vita con i nostri desideri, per poter dire di averci provato davvero! Se ti interessano i suoi servizi, puoi seguirla su Facebook qui, se invece vuoi leggere la mia esperienza da cliente con lei, ho scritto quest’altro articolo, in cui ti racconto il mio percorso. Spero che l’intervista sia stata interessante e ti abbia motivato a fare quel passo in più verso i tuoi obiettivi!

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